La mostra vuole rendere omaggio alle dodici vittime dell’eccidio nazista del giugno 1944 perpetrato a Penetola di Niccone, a 6 chilometri a nord-ovest di Umbertide.
Marco Baldicchi estrapola, da una foto che mostra le persone scomparse quel 28 giugno, i dettagli delle labbra. Le dodici labbra, isolate, ingrandite e modificate con un intervento manuale, sono elementi di una grandiosa installazione, appositamente progettata, nella navata della ex-chiesa, ora museo, di Santa Croce; l’intervento è allestito dinnanzi alla Deposizione di Luca Signorelli, artista quest’anno celebrato sia in Umbria che in Toscana.
L’opera diviene tassello della memoria collettiva e assume una dimensione solenne dai forti connotati civili, etici ed estetici. Il fatto storico viene richiamato attraverso lo sguardo dell’arte, scevro dalla retorica di facili commemorazioni, trasformandosi in una testimonianza ineludibile per ogni coscienza.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Petruzzi con una testimonianza del sopravvissuto Giuseppe Avorio e testi di Bruno Corà, Enrico Crispolti, Aldo Iori, Massimiliano Marianelli e Saverio Verini.
Marco Baldicchi nasce a Città di Castello (Pg) nel 1963. Dopo aver frequentato le scuole superiori inizia ad avvicinarsi al mondo dell’arte, prima da neofita e poi da cultore autodidatta che frequenta mostre, restauratori, antiquari e studi di artisti. Nei primi anni Ottanta inizia a dipingere partecipando a numerose iniziative locali e questo lo mette in contatto con la vivace scena culturale altotiberina di cui diviene riconosciuto animatore per i suoi interventi critici a favore dell’arte e della cultura e per essere attivo membro e fondatore di alcune associazioni culturali. La sua prima personale è del 1998 presso il Palazzo del Podestà di Città di Castello. Divenuto amico dell’artista tifernate Nuvolo (Giorgio Ascani), inizia con lui una proficua e stretta collaborazione che durerà fino alla morte del maestro, nel 2008. Nel 2005 nasce l’opera a quattro mani, il libro d’artista, Appunti di viaggio e 5 invenzioni di Nuvolo.
Il lavoro di Marco Baldicchi in seguito muta da una pittura materica verso un’espressività di tipo performativo. Nel 2006 presenta Io alle mie comodità non ci rinuncio!, che evoca una frase detta dal poeta Emilio Villa a Nuvolo nel dopoguerra (catalogo Petruzzi editore con testi di B. Corà e A. Iori). Nel 2007 realizza l’azione Urlo Muto (lo sbadiglio) con mostra personale presso il Fondino a Città di Castello (catalogo con testi di A. Iori, S. Verini e fotografie di Sonia Squartini). Il 31 luglio 2009 a Sansepolcro (Ar) si svolge l’azione L’ultima ombra (con la collaborazione di G. Cangi, F. Rosi, S. Verini e la popolazione del paese): l’artista traccia sul selciato della piazza principale della città la sagoma geometrica col carbone che riporta la forma dell’ombra proiettata dalla Torre di Berta distrutta dalle truppe naziste 65 anni prima. Ne segue una mostra personale a Sansepolcro (catalogo Petruzzi editore con testi di F. Polcri, B. Corà, A. Iori, E. La Spina, R. Olivieri, G. Cangi, F. Rosi, S.Verini, M.Manfroni, M. Foni, R. Lorenzi). Nel 2010 presso il Fondino a Città di Castello realizza l’installazione Grottalampo, omaggio allo scrittore e poeta Antonio Moresco.
Recentemente una tesi di Laurea del Politecnico di Milano e uno studio della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Siena hanno trattato del suo lavoro.
Poesia di Antonella Capponi sulla mostra:
canto d’autore
io c’ero entro lo spazio
di ogni sorriso,
tra le bocche parlanti
del presente
e
le tracce dell’antico
tra i segni nei sudari bianchi
e
quelli dipinti su tele, d’altra natura.
Sopra lo spazio dell’altezza d’uomo
le fessure dorate
come volo d’ali disegnate da bambini
sottaciono un ultimo segreto
quello, dell’ultimo respiro